Da "La Nuova Ferrara" del 10/10/07
"Dolore e rabbia - Lo sfogo di papà Galan"
Scrivo non in qualità di Presidente del Comitato "Amici di Marco Galan" ma come padre di Marco e semplice cittadino; questo perché mi preme fare alcune considerazioni personali, pur nella certezza che gli aderenti al Comitato, giunto ormai a circa 2000 iscritti, condividono in pieno il mio pensiero. Qualche giorno fa ho appreso che il Comandante dei Vigili del Fuoco di Ferrara, che mi risulta essere indagato per lesioni colpose gravi nei confronti di mio figlio nonché sanzionato per gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, dopo ben tre mesi di sospensione da detto incarico è stato riconfermato, con provvedimento del Ministero dell'Interno, fino al 31/12/2008; ho cercato di resistere alla tentazione di scrivere immediatamente al giornale per tentare invano di calmare la mia rabbia e superare la profonda delusione, ma non ci sono riuscito e sto addirittura pensando di rivolgermi alla TV per portare a conoscenza di tutti il caso di mio figlio e del trattamento che l'Amministrazione dell'Interno (per merito del Dirigente di Ferrara) gli ha riservato.
Il fatto che l'Amministrazione Centrale avesse a giugno sospeso la nomina dell'Ing. De Vincentis mi aveva fatto sperare che il caso di mio figlio rivestisse per i suoi superiori una qualche importanza: adesso invece devo pensare che la vita di un vigile del Fuoco che ha sempre fatto il proprio dovere non vale nulla in confronto agli appoggi politici e ai trattamenti di favore di cui evidentemente gode il suddetto Dirigente. Tutto questo mi ha profondamente amareggiato: io che nella mia vita sono stato sempre rispettoso delle Autorità e delle Istituzioni, sento adesso di aver perso ogni stima e fiducia.
Vorrei chiarire che il mio non è un attacco gratuito diretto alla persona dell'Ing. De Vincentis perché lo ritengo responsabile dell'infortunio di mio figlio (questo dovrà stabilirlo la magistratura); il suo allontanamento dal Comando di Ferrara sarebbe stato necessario in conseguenza dei rapporti che si sono instaurati fra il Dirigente stesso e la mia famiglia a seguito di quanto avvenuto; l'essere stati abbandonati al nostro destino - senza appoggio morale, senza assistenza e aiuti materiali e addirittura con la consapevolezza che il Dirigente avrebbe fatto di tutto per scagionare se stesso a scapito di mio figlio - ha causato il mio risentimento nel constatare che il Comandante di Ferrara è ancora qui a dettare legge; mi sorge il dubbio che il Dirigente non se ne voglia andare per poter continuare con la sua presenza a condizionare i colleghi di mio figlio che potrebbero assumere delle posizioni contro di lui in un futuro processo. Io non chiedo il trasferimento del Comandante perché mi è antipatico: lo chiedo perché voglio avere la possibilità di riavvicinarmi alle Istituzioni con fiducia e con la certezza che nulla sarà fatto per danneggiare mio figlio. In questo momento mi sento contemporaneamente sconfortato e arrabbiato; alcuni politici mi hanno ricevuto e dato ascolto con la promessa di aiutarmi e poi non hanno fatto niente; il Prefetto non ha dato peso alle mie parole (...), l'Asl di Ferrara mi fa impazzire per recuperare i preventivi per gli ausili necessari all'assistenza a domicilio di Marco e poi nessuno mi garantisce che sarò rimborsato delle spese (peraltro piuttosto ingenti).
Io non ho mai chiesto risarcimenti: vorrei solo che mi fosse garantito tutto quello che serve a mio figlio per la sua sopravvivenza. E' chiedere troppo? In fondo Marco è invalido a seguito di un infortunio sul lavoro, non perché magari guidava ubriaco di notte a folle velocità! E poi, io che ho avuto una lunga esperienza come Sindacalista, devo assistere al comportamento assurdo di rappresentanti VVF che evidentemente non hanno capito bene quale sia il ruolo del Sindacato (parlo soprattutto di Cgil e Cisl che non hanno mai preso una posizione a favore di Marco); addirittura qualcuno insinua che si stia strumentalizzando l'infortunio di mio figlio contro il povero Comandante!
Cari signori, sappiate che io non sto strumentalizzando un bel niente, sto solo cercando di difendermi e mi spiace di doverlo fare anche da chi come voi dovrebbe invece aiutarmi e sostenermi. Vorrei chiarire che il Comitato è nato per dare aiuto a me e alla mia famiglia, non per attaccare in qualche modo il Comandante; questa è una inevitabile conseguenza dovuta all'atteggiamento di quest'ultimo.
Concludo il mio sfogo con una domanda: il trasferimento del Comandante dopo l'incidente a mio figlio non avrebbe forse consentito che l'inchiesta venisse svolta in un clima di maggior serenità e trasparenza? Mi pare ovvio che la risposta sia affermativa: e allora perché non è stato disposto? Le situazioni che ho spiegato stanno facendo di me un uomo esasperato: non nascondo di aver più volte meditato gesti estremi dei quali credo che qualcuno dovrà sentirsi moralmente (e non solo) responsabile.
Infine, ultimo schiaffo morale, sui giornali di lunedi 8 ottobre, vedo la fotografia dei vertici VVF locali (comandante e direttore regionale ing. Golinelli) che inaugurano la sede dell'Associazione Pensionati VF all'interno della caserma di Ferrara: evidentemente il tempo per preoccuparsi di Marco non lo trovano ma per i festeggiamenti invece sì! Fra l'altro alla sede dei pensionati sarà dato accesso da quel cancello che, se fosse stato destinato come doveva ad ingresso dei fornitori, avrebbe evitato l'infortunio di mio figlio. Ma forse per il Dirigente è più importante accontentare una manciata di persone (che così gli saranno riconoscenti e fedeli...) piuttosto che occuparsi della sicurezza della sede di servizio.
Antonio Galan
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