mercoledì 15 luglio 2009

Il PM chiede la condanna per l'ex Comandante De Vincentis

Da "Il Resto del Carlino" del 15/07/2009
articolo di VALERIO BARONCINI edizione di Ferrara pag.2

IL PUBBLICO ministero Filippo Di Benedetto non torna indietro: Michele De Vincentis, ex comandante ferrarese dei vigili del fuoco, va condannato almeno a sei mesi (convertiti in pena pecuniaria). Va condannato perché non adottò tutte le misure per garantire la sicurezza. Va condannato perché a causa sua Marco Galan, vigile del fuoco in servizio in città, è rimasto ferito in un terribile incidente il 26 luglio 2006 e ora si trova in stato vegetativo, di fatto senza speranza di poter tornare quello di una volta: scattante, pieno di vita. Marco come Eluana: ma ieri, giorno della discussione della causa davanti al giudice dell'udienza preliminare Piera Tassoni, la sentenza non è giunta. Il pubblico ministero ha formulato le sue richieste, la difesa (avvocato Luciana Ippolito) ha ribadito la posizione netta su De Vincentis, la parte civile (avvocati Beniamino Del Mercato e Chiara Braggion) ha raccontato la storia triste di un uomo nel fiore degli anni e devastato da un assurdo infortunio sul lavoro. Ma per sapere il destino di De Vincentis bisognerà attendere fino al 17 settembre: il pm si è rifatto in sostanza a quanto già espresso col decreto penale di condanna contro cui la difesa aveva proposto opposizione. Quel giorno prima ci saranno le repliche e poi il giudice si ritirerà per emettere la sentenza. MARCO E I COLLEGHI , quel maledetto mercoledì pomeriggio del 2006 stavano ultimando l'operazione di controllo di un cavo di trazione di una campagnola nel cortile della caserma, montato su un verricello. Due jeep tenevano il 'filo' in tensione, largo poco più di un dito e utilizzato tra le altre cose negli interventi di traino di mezzi in difficoltà, mentre il tutto stava per essere riavvolto piano piano. Una manovra di routine per i vigili del fuoco. Durante il procedimento le macchine possono essere distanziate anche più di venti metri tra loro. Marco era fuori, a terra. Sul cortile e davanti ad una delle macchine, alle due estremità del cavo, intento ad osservare che le spire si riavvolgessero perfettamente. In quel momento nella caserma entrò un furgone, un corriere postale per ritirare un pacco. All'autista (indagato per lesioni gravissime) venne concessa l'autorizzazione ad entrare e transitò nell'area del collaudo del cavo. Lo travolse senza accorgersi di nulla, tant'è che lo stesso, immediatamente dopo l'accaduto, si mostrò all'oscuro di tutto: «Cos'è successo?», gridò. Il suo automezzo si trascinò dietro il cavo, ma anche gli automezzi. Uno dei quali travolse Marco. Ma chi era a capo della sicurezza quel pomeriggio? E tutte le norme vennero applicate alla perfezione? Le risposte sono arrivate dalla Procura che ha chiesto il rinvio a giudizio per Michele De Vincentis, ex comandante dei vigili del fuoco. IERI MATTINA il pm Di Benedetto ha spiegato nuovamente tutta la catena degli errori compiuti quel maledetto giorno del luglio di due anni fa e ribadito perché l'ex comandante va condannato per lesioni gravissime. Mentre Ippolito ha sostenuto che da parte di De Vincentis, «che non è un datore di lavoro privato, non vi fu violazione sulle norme antinfortunistiche» e sottolineato quali fossero «i poteri decisionali sui dispositivi di sicurezza» e come venne affrontata «la situazione di emergenza».